Zone rosse

Zone rosse

Da domani la Campania ritornerà “zona rossa”… sì zona rossa perché la situazione è “nera”! Hanno voluto usare lo spettro della luce visibile per definire il livello di gravità di questa pandemia e generare di conseguenza le restrizioni da adottare al fine di contrastare il diffondersi di questo Virus e delle sue innumerevoli quanto sconosciute varianti!

ZONA ROSSA, che poi, letto così, neppure il termine stesso mi dispiace poi tanto! Tralasciando il mio essere del tutto favorevole alle misure restrittive che tale termine comporta la mia attenzione, e non da oggi, si soffermano sempre più sulla capacità dell’uomo moderno di combattere l’aggressione di una forma virale, l’uomo moderno ormai capace di autorigenerarsi, di sostituire i propri “pezzi” con “ricambi” costruiti in laboratorio a volte anche migliori di quelli di cui Madre Natura l’ha dotato. Eppure, nonostante gli smisurati passi da gigante in campi come la medicina, le tecnologie e la comunicazione, sembra che il corpo umano si sia indebolito drasticamente, sia diventato del tutto incapace di combattere o comunque rispondere alle aggressioni di attacchi virali!

Non credo abbia torto chi attribuisce questo inebetimento all’uso massiccio e spesso ingiustificato di antibiotici e farmaci ma, restando alla quotidianità, credo che non sia affatto trascurabile l’aspetto nutrizionale ed il regime alimentare a cui ci sottoponiamo ogni giorno, sventolando gli alibi della vita frenetica, del “benessere” e della globalizzazione! Alibi sì! Credo siano quasi esclusivamente degli alibi che vogliamo noi stessi dare a pessime abitudini che sembra siamo tenuti ad osservare rigidamente nel nostro vivere di ogni giorno.

Tra tutte, forse solo perché lo odio come “simbolo istituzionale” cito il Mc Donald, quella catena di fast food (cibo veloce) che si trova in ogni angolo del mondo in cui esista un aeroporto, una stazione ferroviaria o una fermata dell’autobus nel raggio di 10 km. Ieri mattina mi trovavo a Pastena, quartiere di Salerno, per alcune commissioni. In quel quartiere c’è un localino, la Cantina Rebelde, gestito da ragazzi miei coetanei. Loro, come praticamente tutti i piccoli imprenditori della ristorazione, dopo un anno di stenti e mancati incassi, hanno pubblicamente reso nota la difficile condizione economica in cui l’attività versa e si sono adoperati emettendo dei buoni da poter consumare quando questa pandemia avrà ceduto nuovamente il passo ad una modificata normalità! Sulla porta di ingresso della Cantina c’è un’insegna: CUCINA POPOLARE! Credo che La Cantina Rebelde sia da sempre una Zona Rossa ma non per come la intendono i media in questi ultimi tempi!

A pochi passi dalla Cantina c’è anche un Mc Donald che con le sue due “archi rossi” sovrasta la spiaggia del Lungomare! Sono ovunque i Mc Donald così come tantissime altre catene di fast food, quel genere di attività in cui ogni prodotto presente sul menù ha lo stesso sapore in ogni parte del mondo. Insomma andare al Mc Donald è un po’ come “mangiare a casa” quando una casa, però, non ce l’hai! Volendo comprendere che in alcune parti del mondo forse il Mc Donald possa rappresentare, in qualche modo, una garanzia di “gusto ed igiene”, e mi riferisco a zone in cui il cibo è poco presente, i supermercati ancora meno, e le condizioni igieniche sono mediamente pessime, non capisco come, in Italia, delle simili Babilonia si possano essere diffuse così tanto! La biodiversità dei prodotti italiani, la cucina italiana, la varietà di prodotti di Origine Tipica o Controllata, in Italia, è talmente vasta e variegata che, a mio avviso, servirsi in uno di questi fast food voglia in qualche modo manifestare un dissenso autolesionista! Forse chi decide di mangiare qualcosa al Mc Donald, in fondo in fondo, sta contestando in maniera violenta lo stesso sistema che ha permesso un’invasione tanto insensata quanto pericolosa. Pericolosa: sì!

Nei fast food la parola “pane” sembra essere la traduzione di google di un qualcosa di totalmente sconosciuto! Un italiano non chiamerebbe mai “pane” una spugna rotonda a memoria di forma! Idem per “insalata” o “verdure” o “carne” o tutto quanto non contenga una lettera anglosassone!

Ma come può un italiano mangiare con gusto qualcosa che è totalmente antipodica al gusto stesso? Come si può decidere di entrare in un Mc Donald quando a poche decine di metri è possibile mangiare una pizza cotta nel forno a legna, una parmigiana di melanzane, una lasagna o una bistecca di carne ai ferri? E cosa comporta l’ingestione di questi cibi industriali a “basso costo”? Come può il nostro corpo restare immune da questo genere di alimentazione?

Ma per fortuna, almeno in Italia, è possibile mangiare in Zone Rosse, rosse come il sugo del pomodoro, come il vino delle cantine, come le idee di chi crede fermamente che un mondo diverso sia possibile!

Zone Rosse

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