Te lo raccontai una notte, quasi era l’alba credo, fermi in macchina davanti al cancello di casa tua. Ti parlai del vuoto, di cosa significasse vestirsi di Lui, di come fosse capace di riempirti fino all’inverosimile, di come riuscisse ad impadronirsi di ogni pensiero ed azione, di come gonfiasse gli occhi fino a farli sudare irrimediabilmente. Ma il vuoto non è mai immenso anzi è un bastardo ingordo che chiama a sè altro vuoto ed altro ancora ed altro ed altro ancora e continua gravido a generarne dell’altro, immortale, e si ciba di parole, di sguardi e di odori e pelle viva. Il vuoto è la cosa più ricca che possa esistere, è lo scrigno di quanto di più alto, bello e profondo ci sia in noi!
Vuoto