Degas amava la fotografia in un periodo in cui gli artisti la disdegnavano o non volevano ammettere di farne uso. Faceva fotografie eccellenti e io conservo gelosamente una stampa che mi ha regalato. Vicino ad un grande specchio si vede Mallarmé contro il muro, Renoir sul sofà; nello specchio, come fantasmi, lo stesso Degas con la sua camera e la signora Mallarmé con sua figlia. Il prezzo di questo capolavoro: nove lampade a gas e un terrificante quarto d’ora di completa immobilità.
Credo che dopo la vista, l’udito sia il senso più “caro” che possa essere donato dalla Vita. Non riesco proprio ad immaginare una Vita senza suoni, insomma una vita nel silenzio. Eppure il Silenzio, spesso, è l’unico desiderio che io riesca a provare, ed in quel silenzio, quasi sempre, sono solito mettere della musica, quasi come se la musica faccia parte, essa stessa, del Silenzio o meglio del Desiderio di Silenzio che desideravo!
Certo, so benissimo, per esperienza diretta, che l’udito ” non è un dono dovuto”, i sensi in genere non lo sono affatto, ma non mi nascondo dietro l’immensa fortuna che mi è stata riservata finora!
Non immagino cosa fossi diventato senza Vasco o senza i Dire Straits, non so cosa sarebbe potuto accadere ai miei valori se non ci fossero stati De Gregori, Guccini e Lolli a decorare il Desiderio del Silenzio.
Credo che la musica, i suoni e quindi il “linguaggio” in generale possa essere considerato a tutti gli effetti un carattere indissolubile dall’essere vivente, una parte epidermica dell’esistenza stessa, capace di diventare ARTE quando nelle vibrazioni degli strumenti, dei suoni “creati” e delle parole riescono a definire molto meglio di quanto saresti capace di farlo tu stesso, uno stato d’animo, un’emozione o un sentimento.
La musica dovrebbe essere mutuabile!