Per fortuna alcune cose si rompono e, nell’era del consumismo, c’è sempre qualche avvoltoio che capta il rumore dei frammenti di vetro per proporsi come rimedio al danno. Così si crea lavoro, emozione, PIL e tutto sembra riprendersi meglio ancora di prima. Mai buttar via ciò che si è rotto, insegnano i vecchi seduti sul ciglio della strada.
A volte perfino il tempo si rompe, si frantuma in infiniti istanti disconnessi tra loro e deleteri nell’inconsistenza emozionale formano un cumulo di ricordi sfocati e freddi. Un vuoto temporale che blocca la storia e gli eventi. Un eclisse della mente oscurata dal presente frenetico in cui ogni secondo può essere bloccato, analizzato, vissuto e buttato via.
D’un tratto però il tempo si ricompone da sè, cominciando a ridare senso al moto analogico delle lancette e dei Pianeti. Di nuovo la luce sembra avere un senso e riappare normale che la Luna insegua il Sole e si aspetta con il naso verso le nuvole che l’uno si rifletta nell’altra nell’utopia che entrambi siano luccicanti anche se presi singolarmente.
Ricominciano gli impegni, gli obblighi ed i piaceri lunghi un minuto, un’ora o tutta una vita, la stessa vita che, per chissà quanto tempo, s’era rotta col tempo che l’aveva concepita. Forse la vita è proprio questo, solo questo: il caldo che accelera il movimento delle particelle fino all’esplosione dell’involucro che le contiene generando un istante lunghissimo di vuoto assoluto, e poi il freddo, che ricompone i cocci del tempo, rallenta le scheggie fino a bloccarle nell’etere per poi ricomporre il mosaico della vita per lasciarla ricominciare a scorrere lungo le valli delle esperienze.
Credo che a tutti capitino di questi miracoli, seppure con percezioni di caldo e freddo diverse da individuo ad individuo. E’ forse proprio per questo che al mondo sembra ci sia gente capace di resistere per secoli al caldo così come esistono anime costantemente ibernate. A volte si incontrano, altre volte si scontrano, spesso si sfiorano ma quasi mai si uniscono nel medesimo mosaico!