Non è cosa rara che, quando qualcuno viene a trovarmi mi chieda: “Ma non hai paura del Vesuvio?”. Il Vulcano Vesuvio abita a circa tre chilometri in linea d’aria da me, e quando vivevo ancora a casa di mia madre era ancora più vicino! Nella casa materna la finestra della mia stanza dava proprio sul Vesuvio che, ogni mattina, mi salutava entrando a stento nella finestra! Oggi, invece, mi saluta dal balcone, riesco a vederlo ampiamente anche col suo compagno di merende, il Monte Somma, alla sua sinistra!
Ma volendo rientrare nel discorso ho sempre risposto: “NO! Per me è sempre esistito, sta lì da sempre e, se non fossi stato tu a ricordarmelo, mi sarei anche dimenticato di fartelo vedere!”. Tralasciando la comune abitudine a non valorizzare ciò che abbiamo vicino in quelle circostanze che, ripeto, più e più volte si sono ripetute nella mia vita, mi sono sempre reso conto di come il Vesuvio, o un’entità che potenzialmente potrebbe distruggere in un sol colpo milioni di vite, possa destare sospetti e paura in chi non l’ha avuto accanto dalla nascita!
Questo “dato di fatto” credo si ripercuota anche sull’anima e sull’indole di chi, come me, vive all’ombra del Vesuvio da anni o decenni. In definitiva credo che l’anima di chi convive col Vesuvio sia abituata, o forse rassegnata, all’onnipotenza altrui ragion per cui la forma mentale, l’approccio alle credenze ed al sovrannaturale trova ampio spazio nelle vite vesuviane, dalla magia alla cabala, dalla religione all’esoterismo, dalle adorazioni alla scaramanzia. Credo inoltre che, l’essere consapevoli del fatto che, con tutta la buona volontà, il Vesuvio possa distruggere in un istante tutto ciò che possediamo e tutto ciò che in un’intera vita abbiamo realizzato, spinge i popoli vesuviano a non preoccuparsi troppo del futuro “troppo futuro”. Mediamente credo che l’influenza del Vesuvio nella concezione del Futuro come entità temporale si identifichi nel “non fare oggi ciò che potresti fare domani” per due semplici motivi:
il primo, prettamente opportunista e vitale, legato alla scaramanzia di poter avere un altro giorno a disposizione;
il secondo legato ad un concetto un po’ più tecnico come quello del “rendimento”. Infatti se “potresti farlo domani” significa che non è indispensabile farlo oggi in quanto, il risultato finale sarebbe poco diverso o comunque accettabile da quello ottenuto non facendo quella determinata cosa. In poche parole si potrà ottenere un rendimento maggiore facendo quella determinata cosa domani anzichè oggi.
Il Vesuvio, quindi, spinge i popoli vesuviani a voler assomigliare alle Macchine Perfette, ovvero macchine con “rendimento pari a 1”, banalmente macchine in cui si ottiene il massimo spendendo il minimo… o talvolta non spendendo niente! Questo concetto elementare utilizzato da tutti, oggi molto più di ieri a seguito delle varie crisi, globalizzazioni, mercati asiatici e via dicendo, risulta praticamente innato in chi è visivamente abituato a vedere intorno a se il Vesuvio. Non escludo che così come la vicinanza della Luna alla Terra influenzi le maree allo stesso modo la vicinanza del Vesuvio alle persone incrementi la capacità di alto rendimento, non inteso nel numero o nel prodotto bensì nella metodologia e nella preservazione delle risorse.
Analogamente l’atteggiamento nei riguardi della morte e della paura in genere (non mi si venga a dire che qualcuno non ha paura della morte!) è mediata dalla presenza del Vesuvio che, geneticamente, spinge a temere ciò che non si può identificare come suo simile in quanto non sarà mai la volontà di un proprio simile a comandare esplicitamente l’atteggiamento del Vesuvio. A parte qualche riserva sulle questioni “Ambiente”, “Monnezza” e “Cop15” non si può di certo dire il contrario! Non sarà la volontà umana a decidere quando le placche terrestri decideranno di far “arrabbiare” il Vesuvio! Da questa consapevolezza nasce appunto l’attaccamento alle credenze popolari, alla scaramanzia ed al diffuso utilizzo della Cabala come dei sistemi sovrannaturali e, simmetricamente, l’aspetto sconcertante della socievolezza e dell’apertura vesuviana verso le persone sconosciute! Un essere umano non può per forza di cose costituire un pericolo “vitale” in quanto non appartiene alle entità capaci di governare il Vesuvio!
Infine, riallacciandomi proprio alle credenze ed alla scaramanzia passando per il concetto di rendimento massimo, credo anche che il Vesuvio sia in realtà una trovata socio-turistico-esoterica!
Il Vesuvio SERVE SOCIALMENTE a coloro che intendono concentrare le proprie malvagità sulle aree e sulle genti vesuviane, dando loro la speranza che un domani i loro desideri potranno essere esauditi, ma allo stesso modo annullando in essi la capacità di quantificare i rischi derivanti da alluvioni, terremoti, esondazioni e quanto la Natura che li circonda può fare! Il Vesuvio, quindi, ha la funzione di poter essere un “amico facile”, un amico terribilmente forte e potente che può fare tanto male ma che, non potendo camminare, non potrà mai colpire chi da Lui desidera il peggio! Si pensi a quante “richieste” di eruzioni ci sono state negli ultimi 20 anni ed a quante realmente se ne sono verificate e congiuntamente si pensi a cosa è accaduto altrove!
Il Vesuvio SERVE TURISTICAMENTE come Parco Nazionale e come “alibi” alle rovine di Pompei, Oplonti, Ercolano e tutti gli scavi archeologici dell’area vesuviana. In sostanza è utile agli appassionati di storia, ai politici ed al figlio di Piero Angela che di tanto in tanto “scopre” delle cose sull’eruzione del 79 DC fregandosene di quelle del 1906, di cui ancora pochi vecchi parlano, e di quelle del ’29 e del ’44 di cui alcuni genitori ancora raccontano aneddoti!
Il Vesuvio invece, esotericamente parlando, NON ESITE! Non ne ho le prove… è solo una mia teoria… ma credetemi è molto probabile che Il Vesuvio sia solo uno dei tanti nomi dati alle Divinità, Divinità che, chi vive il Vesuvio, probabilmente “sente” molto di più degli altri!