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Altro che Buoni Propositi, Postit e memorandum: NULLA DI TUTTO CIO’! Mi sono riletto, ho solcato i pixel anneriti quando ero ebbro di una convalescenza devastante che mi ha fatto lasciare sul campo 10 dei chili ostinatamente conquistati in 30 anni di pessima alimentazione! Gli scatoloni coi mobili giacciono ancora nel corridoio… anzi si è aggiunta una cassettiera sgangherata da buttare.

Ormai perfino BUTTARE mi è diventato difficile: bisognerebbe telefonare per richiedere il ritiro dei Rifiuti Ingombranti nel giorno prestabilito (Sabato!). Troppo tempo che non posseggo! Inoltre dovrei quindi chiamare gli stessi che ieri notte non hanno ritirato la Plastica sotto casa, la Plastica pulita, selezionata, sterilizzata con acqua calda affinchè non potesse essere assimilata all’indifferenziato! Un sacchetto di plastica che, volendo quantificare il costo dell’acqua, del gas per riscaldare l’acqua e del tempo per pulirla quasi reputo uno spreco ed un peccato doverla proprio buttare…. quand’è che riusciremo a mangiare “apertamente” la Plastica? Stamane il sacchetto giaceva intatto fuori al portone del palazzo, sacchetto trasparente con contenuti più o meno altrettanto trasparenti: cose da pazzi! Da chiedersi ancora una volta perchè certa gente non viene buttata fuori dai propri posti di lavoro a calci, e con loro anche le famiglie fino al secondo grado di parentela?! Credo sia questa la prima, embrionale forma di violenza , evasione ed inciviltà, la prima delle cause che fa del nostro un Paese che va a Puttane (Uno per tutti… chi ci governa!). Certi giorni portano via bustoni con Vetro e cartoni insieme… nel giorno dell’umido… forse ce l’hanno con me?! O forse ce l’hanno con loro stesi… e si sentono offesi da troppa precisione che, effettivamebte, stona in questo paesino di provincia!

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Beh, questo più che un Post sarebbe da considerarsi un Post-It! Fin dai primi fuochi del nuovo anno non ho fatto che pensare a quanto, quello trascorso, fosse stato un anno di merda, e di conseguenza quali potevano essere i Buoni Propositi per l’anno che nasceva sotto una tempesta pirotecnica, tipica per le mie parti! Complice il mio labile stato di salute devo dire che, quasi saggiamente, seppur sotto l’effetto di “visioni allucinogene” di panettone, vino, castagne, roccocò e mustacciuoli, in primis mi sono proposto di mantenere a bada l’espansione della circonferenza addominale: una settimana di digiuno in opsedale sommata all’alimentazione insana di brodaglie e frutta cotta, hanno permesso lo smaltimento di quasi 10 kg! Restare sotto gli “ottanta” è il primo buon proposito per il nuovo anno!

L’aver abbandonato, ma mai del tutto, il lavoro per ben tre settimane, che avrei preferito fossero state di ferie anzichè di malattia, mi ha fatto riscoprire l’ormai perduto piacere di stare in casa, oziare e, in molti casi, sclerare per la totale assenza di obblighi da assolvere! Trascorrere più tempo con me stesso, con le persone a me care, che ho scoperto essere abbastanza poche e per giunta molte di esse troppo distanti da me, è il secondo buon proposito, attuabile se non altro riducendo le ore di straordinario congiuntamente all’esimermi dal regalare la quasi totalità delle ferie lavorative al “Cielo”. Magari potrei pensare addirittura di coltivare qualche amicizia e, perchè no, qualche interesse extra-digitale, di quelli che hanno tirato su le mie membra! Difatti riscoprire il piacere di leggere sul divano, con un plaid poggiato sulle ginocchia, devo dire che è stato davvero uno dei momenti più esilaranti dell’anno di merda che è ormai andato!

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Il fregio del Paradiso che fu non potrà togliercelo nessuno… ma quello che si vede oggi a Napoli (e provincia…) ne mette certamente a repentaglio reputazione e pregi! Non avvallo Pontida e facinorose azioni scissioniste del sangue che la Storia ha visto scorrere e, seppure consapevole dell’eccellenza Borbonica rasa al suolo dai Piemontesi ai tempi dell’Unità d’Italia con le Due Sicilie, non posso fare a meno di osservare che, intorno a me, TUTTO diventa sempre, giorno dopo giorno, più invivibile!

Stasera, di ritorno dalla prima caduta della Via Crucis dei Regali Di Natale, dopo aver portato su a casa una mole di inutilità raccapriccianti, mi è toccato andare a posare la macchina nel garage! Come mio solito, e come credo che ogni persona giudiziosa del piccolo paese della cintura vesuviana in cui abito, prima di effettuare la svolta a destra che mi immette nella discesa a dir poco stretta del garage, ho azionato l’indicatore di direzione (che ancora funziona!) ed ho guardato nello specchietto retrovisore per essere certo di non avere auto al seguito.

In realtà una macchina, CONTROMANO, sopraggiungeva alle mie spalle ma, visto il contromano, vista la freccia e vista la larghezza della carregiata che può accogliere a stento due auto ero QUASI certo di poter girare a destra.

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31 Ottobre. Ormai è entrata di prepotenza anche nelle nostre abitudini quella di replicare il nostro Carnevale, in chiave però molto più tetra e consumistica, una festa dal sapore anglosassone, come la musica che ascoltiamo, lo slang che usiamo e gli ideali che tentiamo di assorbire e fare nostri. I bambini, i ragazzini ed anche gli adulti vanno in giro a chiedere “dolcetto o scherzetto”… ma da dove è uscita st’usanza? Questa gente, a Carnevale, va in giro vestita da Pulcinella, Arlecchino o Brighella o appartiene alla “casta” che afferma: “NO a me ste cose non piacciono”?

Partiamo dall’inizio e cominciamo a vedere WIKIPEDIA cosa ci dice…

“Halloween o Hallowe’en è il nome di una festa popolare di origine pre-cristiana, ora tipicamente statunitense e canadese, che si celebra la sera del 31 ottobre, ossia alla vigilia della festa di Ognissanti (è questo il significato della parola Halloween). Tuttavia, le sue origini antichissime affondano nel più remoto passato delle tradizioni europee: viene fatta risalire a quando le popolazioni tribali usavano dividere l’anno in due parti in base alla transumanza del bestiame. Nel periodo fra ottobre e novembre, preparandosi la terra all’inverno, era necessario ricoverare il bestiame in luogo chiuso per garantirgli la sopravvivenza alla stagione fredda: è questo il periodo di Halloween.”

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LO SPORT AIUTA A CRESCERE – Non seguo il calcio nè tantomeno qualche altro sport… ecco perchè, forse, non sono mai cresciuto più di tanto! D’altronde “Lo sport è l’insieme di quelle attività, fisiche e mentali, compiute al fine di migliorare e mantenere in buona condizione l’intero apparato psico-fisico umano e di intrattenere chi le pratica o chi ne è spettatore” quindi se non sono “PIU’ MIGLIORE” è forse per il mio distacco dallo Sport. Diversamente, però, quando ho tempo mi appassiono alla cronaca, tanto per sentirmi parte degli essere viventi che, oltre a lavorare, vivono le proprie vite nella società di cui hanno deciso arbitrariamente di far parte. Buona parte della cronaca di questi ultimi giorni si è incentrata sullo Sport dove una partita di calcio è stata interrotta a causa di alcuni disordini generati dalla tifoseria ospite.

OK. Dopo il preambolo quasi giornalistico veniamo al dunque, abbandoniamo l’etica dattilografica e tentiamo di mettere #FFFFFF su #000000 (nero su bianco per gli sportivi accaniti che non saprebbero decifrare i codici esadecimali!) le sensazioni che le immagini di quegli scontri hanno suscitato nella gente normale.

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Era Nino Ferrer il profeta che aveva già previsto tutto… e forse per questo, oltre che per la morte della madre, che si sparò al cuore in un campo di grano della campagna francese (Corriere Della Sera). Forse lui aveva già capito che un giorno il SUD del mondo si sarebbe assottigliato, aveva inteso già negli anni ’60 che l’equatore, prima o poi, si sarebbe spostato un po’ più a Nord, sempre più a Nord, fino a scavalcare il regno che fu dei Borboni. Oggi Napoli, e la Campania tutta, è Ufficialmente il sud del mondo.

Avete presente quel SUD che ci propone di tanto in tanto Licia Colò nel suo “Alle Falde Del KI CI MANGIAMO”? Bene, proprio Quel Sud! Sole splendente, mare azzurro (se visto da lontano) e cucina divina. Il luogo perfetto per trascorrere attimi di indimenticabile FOLLIA!

Non so se sulle guide Lonely Platet esiste un itinerario come quello che proporrei io… ma voglio proprio consigliarvelo… d’altronde è la mia MATA TERRA!

Vi consiglio vivamente divenire a trascorrere qualche giorno al SUD per lasciare che il vostro animo si immerga nei colori, profumi e sapori intrisi di storia natura e folklore della miaterra, la stessa che riuscì a strappare un Re (quello spagnolo) dalle radici della propria terra e fargli preferire Napoli come dimora fissa della sua Famiglia.

Arrivati a Napoli potrete crogiolarvi in un groviglio di auto, motorini, clacson ed ambulanti che ritmicamente scandiranno i vostri passi per tutta la vostra permanenza. Noterete sicuramente che ogni veicolo e/o bancarella varà qualcosa di arrangiato alla menopeggio, qualche graffio, bottarella, buco o pezzo di nastro da imballaggio appicicato. A Napoli è davvero difficile morire per incidente mortale: il costante traffico impedisce di superare i 40 km/h ma in compenso è facilissimo conoscere gente diversa ogni 10 km percorsi grazie ai microtamponamenti che favoriscono le relazioni interpersonali.

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E’ il termine che ho sentito di più a Barcellona! Il bello è che, a dirlo, saranno stati al massimo 3 o 4 indigeni! A Barcellona c’è casino dall’alba all’alba… forse ce n’è di più quando il sole dorme. A conferma di tutto ciò c’è sicuramente l’esperienza di aver fatto campo base in un ostello a ridosso della Rambla, luogo che anche ai tempi di Picasso (così dice la guida comprata in Offerta alla Mondadori del Vulcano Buono) era corollato di ragazze dai facili costumi e dispensatori di sostanze che stimolano le sensazioni e l’immaginazione (puttane e spacciatori per intenderci!). L’Ostello dove siamo stati era proprio lì! Per carità, fa più paura camminare alle 9:00 di sera per le strade delle mie zone che ritrovarsi da soli in un quartiere simile, anche perchè, nonostante la propaganda turistica spagnola di voler “eliminare” droga e prostituzione, la polizia passava ogni ora nel cuore del malaffare ma nulla, e dico nulla, si smuoveva. Di mattina, quando scendavamo per cominciare il tour della città, il quartiere era deserto… ma alle 15:00, quando siamo arrivati a Barcellona, la strada era piena di lavoratori/ici da marciapiede. Abbiamo dovuto chierere “permesso” per farci largo tra minigonne e paillettes quindi l’equazione è decisamente soddisfatta!

Senza deviare troppo il discorso in 4 giorni a Barcellona non sono stato capace di capire se questi barcellonesi se la passano bene, male, meglio oppure peggio di noi italiani. Tutti dicono “ci hanno superati”, “sono 10 anni avanti”… per carità non sono stato affatto male ed è senza dubbio un vanto riuscire a mantenere in piedi le gru della Sagrada Familia rendendole al tempo stesso patrimonio, monumento ed icona della Barcellona Made In Tourism. Quì in Italia potremo farlo con la SA-RC e tantissime altre opere, anche d’arte… ma forse noi italiani siamo critici dentro e piuttosto che sfruttare prederiamo parlare!

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E’ Luglio e fa un caldo boia… anche se s’era visto di peggio! Ma d’altronde è pure normale: è Estate. Un’estate come le ultime quattro o cinque, un’estate in cui l’argomento più gettonato è LA CRISI! La maledetta crisi globale che ha attanagliato l’intero mondo e le finanze di tutti quelli che devono a tutti i costi sbarcare il lunario, con famiglie da mantenere ed un oceano di problami da dover fronteggiare, combattere e risolvere. Poveri loro! Io sono uno dei fortunati che non ha risentito di questa CRISI: niente cassa integrazione, niente mobilità, lo stipendio è arrivato regolarmente… o quasi… ma è sempre arrivato, la banca ha potuto prelevare la rata dal mutuo, a seguito dell’incidente l’assicurazione mi ha risarcito e la finanziaria ha potuto prelevare la rata della nuova macchina: Donna!

Insomma per me LA CRISI non c’è stata ed è per questo che DEVO ritenermi fortunato! Molti dei miei colleghi hanno passato notti insonni a causa del proprio lavoro che veniva messo a repentaglio ogni giorno. Proprio l’altro giorno uno di quelli mi ha telefonato per raccontarmi di come fosse stata dura affrontare le tre settimane di cassa integrazione al mese e riuscire ad arrivare a fine mese con lo stipendio. Era al mare con la famiglia mentre mi diceva tutto ciò ed io soffrivo per lui, per i problemi che aveva dovuto superare… ed anche per il caldo opprimente che mi assaliva mentre con una mano tenevo il telefono e con l’altra ero intento a svitare un filo da una cassetta di derivazione annegata nell’olio di una pressa! Poverino, si deve stare veramente male in spiaggia mentre non si conoscono ancora le sorti del proprio futuro!

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Mi rimetto al computer con me stesso che dondola per la tarda ora e le ossessioni degli ultimi giorni. Mi accorgo di aver trascurato i miei spazi e le mie passioni per quelli che, nei tempi moderni, sono considerate “priorità”, le stesse che hanno il potere di nutrirmi e darmi l’illusione di essere “libero”, le stesse priorità che, come un allucinogeno, dipingono di luci ed ombre gli istanti della mia vita quotidiana.

Marzo non aveva post… eppure la mia mente ne ha partorite di cose da voler scrivere, ce ne sono stati di pensieri ed incubi che valesse la pena di incidere binariamente sul foglio digitale della mia esistenza. E invece no, telefonate, corse, debiti ed obblighi non hanno fatto altro che riempire i miei giorni e la mia mente, lasciando che il mio corpo si trascinasse per inerzia nelle direzioni che il fato decideva con irritante e maligna determinazione.

Non è da ieri che accade ciò, credo siano anni che va avanti così! E sempre più spesso penso a cosa accadrà quando mi ritroverò nel vuoto fisico, in assenza di gravità condizionale. Cosa vedranno i miei occhi quando, forse, non avrò più nè il bisogno nè l’attrito per poter correre a velocità supersoniche. Quando un giorno l’utopia ed il desiderio diverranno realtà quale sarà la somma data dagli istanti della mia vita?

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E’ successo sette giorni fa! Dalla domanda ricorrente di come trascorrere un Sabato “diverso” e dall’utilissima banda larga era emersa la possibilità di poter andare ad un concerto. Amiamo entrambi la musica ed il bivaccare in un’ambiente “malsanamente” libero (direbbero alcuni!). A me il compito di rendere tutto “una sorpresa”, e senza lasciar minimamente intendere quale sarebbe stata la destinazione siamo saliti in macchina alla volta di Salerno, Via Irno precisamente! Dove si trovasse Via Irno non era minimamente nelle mie conoscenze ma ricordavo ci fosse un’uscita della pseudo-tangenziale con quel nome lì!

Effettivamente l’uscita c’era, peccato che, prima di trovare la meta ci è toccato fare cinque o sei volte il tour delle stradine e deli sensi unici che colmano la viabilità della zona! Dopo circa 45 minuti siamo riusciti ad individuare il luogo dell’evento, orfano di parcheggio (meno male) e già abbastanza ricco di gente.

Un altro piccolo dettaglio andava però analizzato: la fame epica che ci assaliva entrambi! Ci siamo messi così alla ricerca di una pizzeria, una qualunque, la più vicina e che avesse magari posti liberi vista l’ora e visto che era Sabato sera. Ne troviamo una, l’unica, anche abbastanza vicino e questa fatidica scoperta viene accolta con la pioggia che, negli ultimi giorni, aveva accompagnato gran parte delle giornate.

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E’ un po’ che non ci vado nel mio amato borgo lucano ma non posso fare a meno di ripensare allo stato d’animo che mi ha sempre accompagnato nelle prime curve che da Oppido portano verso Cancellara, quell’Oceano di emozioni che accalorano la mia mente ed il mio cuore ogni volta che mi lascio alle spalle il velodromo!

Tra i ciottoli dei suoi vicoli, tra i sorrisi della gente e le sfumature dei loro coloriti dialetti, tra i sacchi di “sfarinato” ed il tintinnio dei bicchieri ricolmi di Aglianico ho lasciato gran parte della mia nobiltà. L’ho volutamente nascosta in quel paesino fantasma a ridosso del “mondo”, dove sono certo di poterla ritrovare intatta, forse addirittura arricchita dalle persone che so per certo me l’hanno curata ogni giorno come parte del proprio essere.

Ho bisogno di guardare negli occhi Giuliano ed ascoltando le sue finte profezie perdermi in quelli che sono i desideri degli istinti più reconditi di ogni Uomo. Giulio è uno dei pochi che non ha paura di parlare dell’Amore. Lo fa sorridendo, come ogni cosa che fa.

Ho bisogno di andare al Bar Italia da Rocco e la sua equipe di discepoli, dal Traditore alla Pia Vittoria e lì tentare di cambiare il mondo e le sorti di chi è costretto a strappare con i denti quanto la Vita può dare in un posto come Oppido.

Ho bisogno di uscire dal Bar Italia ed andare da Donatello, Giulia e la Piccola… che forse ormai sarà già diventata grande, troppo grande per non offendersi nel sentirsi chiamare “piccola”. Lì godrò della ritrovata ragione del Ragno, lo stesso che aveva provato a tenersi stretta la schiavitù per non rischiare d’essere Libero!

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Una delle cose che la vita da adulti tende sempre a far scivolare via sono le passioni che ci hanno accompagnato e tenuto compagnia nella nostra “beata” gioventù! Credo che più di tutte le cose e le sostanze che indubbiamente hanno segnato la mia adolescenza la musica sia certamente quella che mi è stata più vicina durante le fasi salienti della mia formazione umana.

Lo stereo si è sempre svegliato prima di me fin dai tempi della scuola ed è sempre stato lì ad osservarmi mentre mi lasciavo rapire da Morfeo nel fumo spesso delle mie sigarette fatte a mano che si fermava a mezz’aria nella mia stanzetta di gioventù. Su un’anta del mio armadio c’era Sid Vicious e di fronte a lui un piccolo Marshall, una chitarra elettrica ed una classica, la mia prima chitarra comprata con i risparmi delle paghette settimanali ai tempi delle scuole medie. Sid per un decennio ha fatto la guardia alle mie due cincubine, ed io per lui ho tentato di farle parlare una lingua quanto più comprensibile possibile.

A differenza di quello che pensano in molti comprai la mia prima chitarra per poter avere qualcuno (o qualcosa) con cui parlare e confidarmi. Sapevo benissimo che non avrei “cuccato” neppure se avessi imparato a suonare la chitarra perchè, a dirla tutta, avevo ben altri problemi ai tempi dell’adolescenza, problemi che, apparentemente, avevo solo io.

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C’era una volta. Generalmente le favole iniziano così, invece stavolta quel “c’era una volta” sancisce la fine di una favola: IL SUD! Quella parte di Italia che per secoli, mentre il Nord si frammentava in pezzetti sempre più piccoli, è stato il Regno Delle Due Sicilie, Il Regno Di Napoli, vivevano esseri geneticamente filosofici. L’evoluzione di Darwin ed il clima mite aveva fatto sì che quegli uomini potessero sviluppare in gene della felicità. La felicità si tramandava così da generazione in generazione e tutti vivevano tranquilli, traendo sostentamento dall’agricoltura, dal lavoro nei campi, dall’allevamento e dall’ozio dei ricchi che, attratti dalle magnificanze naturali unitamente al clima, non disdegnavano di trascorrere al SUD le proprie vacanze o addirittura l’intera vita. Perfino il Re di Spagna lasciò la sua terra natìa per trasferirsi a Napoli.

Doveva essere proprio un Paradiso quel Sud dell’Italia!

Già i Romani avevano scoperto l’estasiante bellezza di quei luoghi, al punto che a Pompei bordelli e ville di ricchi romani abbondavano. La vita trascorreva tranquilla, nel tepore delle giornate di tanti secoli fa, e la sera tra vino e delizie si ororavano le divinità di Bacco ed Afrodite. Il razzismo non esisteva, quello più simile era definito dalle “caste” ovvero dalla consapevolezza e l’ufficializzazione che non tutti erano uguali. C’erano i ricchi, i potenti, i poveri e gli schiavi!

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Cos’è la Libertà? Forse nessuno può dirlo! C’è chi la associa alle azioni ed a quanto esse siano realmente volontarie, chi ne adduce motivazioni legate ai Massimi Sistemi e chi semplicemente la confonde con l’Anarchia o con il NonRispetto!

Sinceramente credo che, tra le tante sfumature di Liberà ci siano da individuare le Libertà legate alle Capacità di poter fare o non fare determinate cose! Una delle più evidenti delle Libertà, a mio avviso, è la consapevolezza che, potenzialmente, TUTTI possono fate TUTTO. Legando questo concetto al dualismo Uomo-Donna Libertà significa che un Uomo può cucinare, lavare i piatti, stendere e lavare i panni, apparecchiare una tavola, rifare il letto… e perfino fare la doccia tre volte al giorno così come una Donna può aggiustare una lavatrice, sostituire un rubinetto o una lampadina, appendere un quadro, aggiustare una presa elettrica e perfino evitare di fare la doccia 2 giorni di fila! Tutto fantasticamente LIBERO!

Ma analizzando bene la mia posizione in questo contesto mi sono accorto che un punto dolente esiste: STIRARE!

A mio avviso un Uomo non è capace di stirare! Non lo è per natura. Forse l’atto dello stirare comporta l’uso di aree celebrali di cui non siamo dotati, o forse è quel “sesto senso” che solo le donne posseggono ma la totale incapacità di Stirare rende l’uomo schiavo! Per fortuna non schiavo delle Donne, o almeno non per questo motivo, ma lo rende inadattabile e non autonomo quindi non libero!

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Non è cosa rara che, quando qualcuno viene a trovarmi mi chieda: “Ma non hai paura del Vesuvio?”. Il Vulcano Vesuvio abita a circa tre chilometri in linea d’aria da me, e quando vivevo ancora a casa di mia madre era ancora più vicino! Nella casa materna la finestra della mia stanza dava proprio sul Vesuvio che, ogni mattina, mi salutava entrando a stento nella finestra! Oggi, invece, mi saluta dal balcone, riesco a vederlo ampiamente anche col suo compagno di merende, il Monte Somma, alla sua sinistra!

Ma volendo rientrare nel discorso ho sempre risposto: “NO! Per me è sempre esistito, sta lì da sempre e, se non fossi stato tu a ricordarmelo, mi sarei anche dimenticato di fartelo vedere!”. Tralasciando la comune abitudine a non valorizzare ciò che abbiamo vicino in quelle circostanze che, ripeto, più e più volte si sono ripetute nella mia vita, mi sono sempre reso conto di come il Vesuvio, o un’entità che potenzialmente potrebbe distruggere in un sol colpo milioni di vite, possa destare sospetti e paura in chi non l’ha avuto accanto dalla nascita!

Questo “dato di fatto” credo si ripercuota anche sull’anima e sull’indole di chi, come me, vive all’ombra del Vesuvio da anni o decenni. In definitiva credo che l’anima di chi convive col Vesuvio sia abituata, o forse rassegnata, all’onnipotenza altrui ragion per cui la forma mentale, l’approccio alle credenze ed al sovrannaturale trova ampio spazio nelle vite vesuviane, dalla magia alla cabala, dalla religione all’esoterismo, dalle adorazioni alla scaramanzia.

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Saranno state le calorie degli ultimi giorni, sarà stata la polvere da sparo di ieri sera o la frutta secca a fiumi ma stasera avevo proprio voglia di starmene in compagnia di me! Era da tanto tempo che lo desideravo e la ventosa serata mi sembrava l’ideale per incontrarmi col mio vecchio amico che troppo spesso avevo abbandonato per dare precedenza al lavoro!

Ci siamo messi sul divano e sulle pareti le ombre delle lci dell’albero di natale scandivano i battiti delle nostre ciglia. Una tazza di cherry fatto dalla mia amata madre ed un sigaro cubano che mi era stato regalato qualche mese fa da un docente universitario. Fuori dal balcone qualche goccia di pioggia si univa al vento e bussava alla finestra, alcune spiavano la nostra intimità, altre piangevano implorando di farci compagnia. Ma stasera NO! Questa sera era dedicata al “me” che da tempo aspettava di essere ascoltato!

Un sorso della divina bevanda, cinque o forse sei tirate di quelle forti con le labbra solidamente attaccate alla foglia ti tabacco più estrema del sigaro, e l’impenetrabile fumo di un bianco nuvola crea la barriera col mondo. Ero da solo con “me”… finalmente! Democraticamente abbiamo scelto un film che ci facesse compagnia, un Jack Nicholson “novello” che impersona un ruolo da “cattivo”! Non credo che Jack possa interpretarne altri di personaggi con lo sguardo da diavolo che si ritrova!

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Grandi sogni, grandi speranze, desideri rincorsi da anni, altri anni giunti all’improvviso come quello che sta per arrivare. Ma il tempo ha limato sensibilmente le aspettative degli anni che si sono susseguiti al punto che, al 2010 non chiedo pace, amore, ricchezza e propserità.

Al nuovo anno chiedo che esca l’ acqua dal rubinetto di casa mia ogni giorno! Svegliarsi alle 11:00 A.M. del 31/12/2009 e ritrovarsi senz’acqua non è il massimo per chiudere l’anno, lo stesso anno a cui avevo chiesto tante di quelle cose… e me ne sono state rese sì e no la quarta parte!

Al nuovo anno chiedo che, quando pioverà, non si allaghino le strade della provincia partenopea, e nascoste sotto i laghi piovani che ricoprono l’80% del manto “stradale” non ci siano voragini capaci di incghiottire intere automobili!

Al nuovo anno chiedo che le macchine che passeranno sotto casa non suonino il clacson inutilmente a tutte le ore del giorno e della notte!

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Come tutte le storie che si rispettano e come l’intera vita credo sia meglio partire dalla fine, nello specifico a quando un mucchio confuso e disordinato di ossa e carne franano sulla poltrona di casa dopo una giornata di lavoro. E’ quello il momento in cui si tira una riga orizzontale e si fa la somma agebrica dell’intera giornata. E quando, come quella di oggi, la somma scende di molto al di sotto dello zero si pensa agli ultimi minuti, quelli che avrebbero potuto far risalire la china al paniere giornaliero che, invece, chiude in un disastroso rendiconto negativo!

La notizia di lavorare il 23 Dicembre, giornata che avrei preferito dedicare alla Salerno Reggio Calabria in direzione SUD non è stata l’ultima botta: 65 chilometri d’inferno mi aspettavano, e non solo. Le auto che ho incontrato per strada sembravano più che impazzite! Generalmente cambiano direzione senza usare le frecce, cosa “normale”, stasera invece hanno deciso di mettere le quattro frecce ed imboccare reciprocamente direzioni sghembe: se l’auto che mi precede gira a sinistra quella nell’altro senso di marcia gira a destra! Forse sarà stato l’ennesimo giochino organizzato su internet… e manco stavolta ne sono stato avvisato!

Eh sì perchè, in tutto questo, o per salutarsi, o per farsi gli auguri, o per augurarsi reciprocamente le peggiori delle cose la gente esibisce il proprio X-Factor eseguendo virtuosismi di clacson. Meno male che all’uscita dall’ufficio, dopo solo 20 minuti di quanto sopra descritto c’è l’Autostrada Salerno Reggio Calabria. Imboccata in direzione NORD è tutta un’altra musica! Solo tratti a due o addirittura 3 corsie… mica come nell’altro senso di marcia?! Peccato però che ogni sera c’è una deviazione diversa, ma mantenedo sempre almeno due corsie! In pratica si passa dalle autoscontro del Corso del paese alla Formula 1!

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Non ditemi che sono paranoico… vi prego! Sono appena rientrato dall’ultima, estenuante, micidiale, logorante “via crucis” dei regali di Natale! L’unica cosa che mi rincuora? Non ero il solo ad andare incontro al patibolo di Domenica pomeriggio, dopo una settimana di lavoro (tutta da dimenticare!).

Il punto è questo: COSA SARÀ MAI SUCCESSO LA NOTTE DEL 24 DICEMBRE DI 2009 ANNI FA? Dovrà essere stata una nottataccia, sarà successo il finimondo, nulla di bello presumo, almeno a vedere le faccie di chi, come me, riusciva a stento a distinguere le sfumature cromatiche di milioni di articoli riposti sugli scaffali del centro commerciale!

Ma andiamo per gradi!

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Tra non molto arriverà Natale, quel bel ragazzo sui 30 anni, vestito in giacca e cravatta col Rolex d’oro sopra il polsino e scarpe di coccodrillo egizio tirate a lucido. Natale è cresciuto, credo abbia più o meno la mia stessa età! Quando ero più piccolo lo aspettavo con ansia, avrei giocato con lui durante la lunga pausa scolastica! Anche allora mi portava dei doni, piccole cose come dolcini, cioccolato ed un giocattolo sognato dall’anno prima che sarebbe durato per non più di tre settimane!

Natale era sorridente, agile e buono e ci bastava poco per stare bene insieme. Lui arrivava insieme ai miei cugini, agli zii ed a chi veniva a casa di mamma e papà a farci visita. Parlavamo per ore, ronzando nel giardino di casa tirandoci a vicenda un pallone o inventando giochi improbabili con gli arnesi vecchi ed arruginiti del mio papà. Quando lui non c’era guardavo la TV, dove mi incantavo davanti a film e cartoni di Natale aspettando che Lui tornasse a farmi visita. Il giocattolo che il Babbo di Natale mi avrebbe portato la notte del 24 Dicembre mi sarebbe servito per giocare con Lui fino a che la scuola non sarebbe iniziata ed il primo giorno dopo la Befana io ed i miei amici ci saremmo raccontati per filo e per segno tutti i giochi che ognuno di noi aveva fatto con Natale durante le feste!

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