Ci sono dei luoghi dove la memoria prende il sopravvento su qualunque altra sensazione. Torretta di Crucoli è uno di questi. E’ lì che andavamo in vacanza da bambini, da Rocco, ferroviere di professione, proprio come mio padre, ma pescatore per passione. Partivamo a Luglio noi fratelli in fila indiana al seguito di nostra madre che, carica di valigie guidava la carovana di famiglia.

C’era un profumo indimenticabile di traverse ferroviarie e fichi d’india, di acqua salata e peperoncino. Un profumo che potrei riconoscere tra milioni di altre fragranze. E’ il profumo della mia infanzia felice, trascorsa in spiaggia, una spiaggia allora immensa ai miei occhi, sui piccoli e meravigliosi sassi levigati dentro cui affondare le mani aspettando che una piccola onda li scuotesse un po’ per far emergere un prezioso tesoro. E’ il profumo di un’acqua cristallina e lucente, dei gelati sul muretto del lungomare e della musica che forte usciva dai juke box a moneta.

Nel 2020 ci sono ritornato con mia sorella e mio nipote e per quanto cambiata potesse essere Torretta, per una settimana, siamo ritornati di nuovo bambini, nel ricordo di nostra madre e dei suoi meravigliosi panini nella borsa da mare in paglia chiara. La spiaggia è scomparsa ed i nostri amici pure, quelli che incontravamo ogni anno con cui ci scrivevamo delle lettere durante l’anno e con cui ci davamo appuntamento al Lido Serenella. Non è scomparso però il fascino del ricordo che ancora evoca quel mare, non è scomparsa l’alba fantastica sulla tavola d’acqua che è il mare di Crucoli al mattino. Non è scomparsa la malinconia dell’ultimo tramonto in spiaggia, quello che scandiva, anche decenni, fa la fine dell’estate, l’addio alla spensieratezza estiva prima di ricominciare un nuovo anno di scuola in cui raccontare le meraviglie trascorse in riva al mare, contando i giorni prima che una nuova estate potesse riprendere vita.