[03/07/2008] … è il titolo ella canzone che, ultimamente, mi accompagna nei miei viaggi. La ritrovo alla radio, nel lettore CD della mia decadente Citroen, nelle suonerie dei cellulari delle gente intorno a me… mi segue e piacevolmente mi perseguita! L’ha scritta quel tipo di “E’ quì la festa?”, proprio quel “pischello” che farfugliava in TV travestito da rapper, quando ancora il Rap andava poco oltre i grattacieli del Potere.
Comincio così a scrivere questo blog… da tempo ne volevo cominciare uno, spinto dalla mia connaturata logorroicità e dalla voglia spasmodica di comunicare col nulla, ma ora che mi ritrovo quì, davanti alla tastiera arsa dalle temperature degli ultimi giorni, mi rendo conto di quanto sia difficile mettere #000000 su #ffffff (nero su bianco) la folla di pensieri che albergano nella mia mente! Se aggiungo poi la sveglia che prenderà a calci i miei timpani tra 4 ore, allora mi rendo conto che forse ogni cosa ha il suo tempo… e forse questo tempo lo avrei dovuto dedicare al matrimoniale e non al computer… ma ormai ci sono!
E’ difficile davvero cominciare e quindi ho deciso di iniziare onorando le tantissime persone che conosco e che ho conosciuto, perchè è solo grazie o per colpa loro che sono come sono e scrivo ciò che scrivo. Da questo il titolo A TE, perchè non ho mai creduto di aver conosciuto una moltitudine da catalogare, ma tanti singoli, UNICI ed INDIMENTICABILI, ognuno con le sue paure, le proprie genialità, stupidità, esperienze e vite alle spalle.
Ho sempre pensato di essere stato fortunato, almeno in questo: ho conosciuto e conosco delle persone INCREIBILI, che mai e poi mai lascerei lontano dai miei ricordi, perfino quelle inetti ed arroganti, incoerenti e cattive, neppure quelle che, senza fiatare, hanno seminato emozioni nel mio essere.
Per ognuno di voi ci sarà un ritaglio di questo spazio, così come ognuno di voi mi ha donato un po’ del suo meglio e del suo peggio. A te è dedicato questo blog, che probabilmente non leggerai mai, a te che sei… semplicemente sei, per ringraziarti e maledirti di essere stato l’artefice della mia essenza e del mio sguardo.