Mi rimetto al computer con me stesso che dondola per la tarda ora e le ossessioni degli ultimi giorni. Mi accorgo di aver trascurato i miei spazi e le mie passioni per quelli che, nei tempi moderni, sono considerate “priorità”, le stesse che hanno il potere di nutrirmi e darmi l’illusione di essere “libero”, le stesse priorità che, come un allucinogeno, dipingono di luci ed ombre gli istanti della mia vita quotidiana.
Marzo non aveva post… eppure la mia mente ne ha partorite di cose da voler scrivere, ce ne sono stati di pensieri ed incubi che valesse la pena di incidere binariamente sul foglio digitale della mia esistenza. E invece no, telefonate, corse, debiti ed obblighi non hanno fatto altro che riempire i miei giorni e la mia mente, lasciando che il mio corpo si trascinasse per inerzia nelle direzioni che il fato decideva con irritante e maligna determinazione.
Non è da ieri che accade ciò, credo siano anni che va avanti così! E sempre più spesso penso a cosa accadrà quando mi ritroverò nel vuoto fisico, in assenza di gravità condizionale. Cosa vedranno i miei occhi quando, forse, non avrò più nè il bisogno nè l’attrito per poter correre a velocità supersoniche. Quando un giorno l’utopia ed il desiderio diverranno realtà quale sarà la somma data dagli istanti della mia vita?
Null’altro che foschia, ed un incolmabile vuoto di giovinezza trascorsa a costruire l’infelicità più solida che potesse esistere, accecato dai dogmi della socirtà moderna. Farò riposare le mie ossa stanche e lascerò che le emozioni collassino affinchè il tempo possa d’un tratto congelarsi, nella speranza di recuperare gli istanti lasciati cadere nel vuoto delle turbolenze quotidiane. Ma allora mi accorgerò che fermare il tempo sarà solo l’ultimo dei miei sbagli dettato dall’egoismo di chi non è stato abituato a godere del tempo. Immobilizzarlo significherà lasciare che il mondo possa finalmente raggiungermi. Sarà quello il mio scopo, lasciarmi raggiungere dal tempo, ammettendo a me stesso che in realtà le mie voluttuose corse non servivano a stare dietro agli eventi ma bensì ad evitarli, a lasciarli indietro, a scappar via da essi per una codarda voglia di essere privo di attimi da cui potermi nutrire.
Guarderò il tempo da lontano, lo ammirerò in tutta la sua interezza, e lo vedrò scagliarsi contro di me lasciandolo annullare il vantaggio accumulato in un’intera esistenza. Mi lascerò travolgere dal tempo ma non avrò la forza di dominarne l’impeto. Nel tempo mi perderò ed a quel punto, finalmente, il tempo sarà davvero il mio.